Per Giuliano Scabia (1935-2021) ¬ In memoriam

Giuliano Scabia, radicale ed empatico. Fare assieme e sentire assieme: ai matti, agli operai, agli studenti. Un teatro che si rifonda alla scuola della subalternità, senza mai crearsi alibi al riparo del “sociale”.

Coraggio militante e rigore dialettico uniti in un teatro che è una straordinaria macchina celibe, un oggetto vagante non identificato in proficuo disequilibrio tra la più precisa ricerca linguistica e la più grande apertura alla partecipazione, prima radicale, poi popolare, mai paternalista.

Ad Incommon abbiamo avuto il piacere di invitarlo e di lavorare con lui negli ultimi tre anni. Con noi è stato generoso, senza compromessi, dando un contributo fondamentale alla costruzione del nostro archivio.

 

Gruppo Incommon  – Annalisa Sacchi, Stefano Tomassini, Piersandra ,Di Matteo, Giada Cipollone, Marco Baravalle, Ilenia Caleo, Stefano Brilli Maria Grazia Berlangieri

Ma cosa ci faccio io, a Bochum? Taccuini teatrali di Franco Quadri – Simposio

Ma cosa ci faccio io, a Bochum? Taccuini teatrali di Franco Quadri

Testimonianze, ricerche, visioni dedicate a un critico nomade e al suo Archivio patafisico.

 

BOLOGNA – DAMSLAB, Auditorium, piazzetta P. P. Pasolini 5b

29 MAGGIO 2021 ore 15:00

A CURA DI Piersandra Di Matteo e Gerardo Guccini

PROMOSSO DA DAMSLab e Associazione Ubu per Franco Quadri

In collaborazione con La Soffitta

 

SALUTI ISTITUZIONALI Roberta Paltrinieri DAMSLab, Giorgia Boldrini Comune
di Bologna, Enrico Ratti Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna,
Jacopo Quadri Associazione Ubu per Franco Quadri

INTERVENGONO Anna Bandettini, César Brie, Adele Cacciagrano, Roberta
Carlotto, Giada Cipollone, Marta Inversini, Fausto Malcovati, Gianni
Manzella, Leonardo Mello, Renata M. Molinari, Ermanna Montanari

INOLTRE Voci dal Patalogo Avventura tra pagine di memoria teatrale con
gli studenti del Corso condotto da Marta Marchetti presso La Sapienza
Università di Roma

E CON LA SPECIALE PARTECIPAZIONE DI JEAN-PAUL MANGANARO

POSTI LIMITATI prenotazione obbligatoria: bit.ly/3o3MMTA
DIRETTA STREMING sulla pagina Facebook: Damslab/La Soffitta

 

In solidarietà a Rachele Borghi e altre studiose/i accusate di islamogauchismo

In merito ai ripetuti attacchi alle/gli studios^, attivisti e altr^ portatrici e portatori di conoscenza, pres^ di mira da recenti dichiarazioni di alcuni autorevoli membri del governo francese, nei confronti della loro pratica di analisi e di critica del colonialismo e del razzismo a sostegno invece di progetti decoloniali, antirazzisti e anti-islamofobici non solo all’interno dell’accademia ma anche nel tempo della vita di ognun^, l’intero team di lavoro al progetto ERC Incommon dell’Università Iuav di Venezia (I) sottoscrive una solidarietà incondizionata. Ci impegnamo a denunciare a gran voce, nelle nostre attività di ricerca e nelle pratiche di trasmissione del sapere, questa diffidenza emergente e pericolosa nei confronti del pensiero e della critica anticoloniale, decoloniale e postcoloniale, antirazzista, anti-islamofobia, intersezionalità e analisi femministe e queer decoloniali. La tentazione a sopraffarre i posizionamenti non egemonici attraverso lo strumento della censura politica, della delegittimazione e della minaccia a mezzo stampa che rivendica d’autorità una ragione mentre maschera una repressione, è tornata ormai prassi diffusa nelle nostre società, per questo riguarda tutt^ noi e molto da vicino. L’argine a questa incapacità di negoziare i punti di vista attraverso la libertà del sapere e della critica, è il riaffermare con perseveranza tutte le differenze negli approcci alla conoscenza del mondo contemporaneo. È questa la direzione verso cui continueremo a dirigere le nostre molteplici pratiche di ricerca. Tutta la nostra solidarietà attiva a Rachele Borghi, studiosa e geografa, colpita personalmente da questi attacchi, e a tutt^ l^ collegh^ che subiscono questo clima violento e ostile nelle istituzioni culturali e di ricerca in Francia.

 

Gruppo di ricerca InCommon e collaborat^ / Annalisa Sacchi Stefano Tomassini Piersandra Di Matteo Giada Cipollone Marco Baravalle Ilenia Caleo Antonia Anna Ferrante Anna Luna Serlenga Stefano Brilli Maria Grazia Berlangieri

 

Per firmare l’appello internazionale: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc46U844ETt0fBsq-6v9n1pcaVIx_U8LLMiU16VpMo5NwgU_w/viewform?fbclid=IwAR3dm8SldD5CPDyVayrsSvKOR5NQvrDnKu-dv9MOwurY_lQJY9FNcw7nAD8

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Piero Marsili Libelli: Debordage ¬ Fotografie tra finzione e realtà

PIERO MARSILI LIBELLI: DEBORDAGE
Fotografie tra finzione e realtà

 

Sale-Docks, Magazzini del Sale, Venezia, Dorsoduro 265
Inaugurazione: giovedì 8 ottobre, h. 18

 

Foto di Melania Pavan

Pur nell’attuale condizione postfotografica, caratterizzata da un’inedita inflazione delle immagini e, come sostiene Joan Fontcuberta, da una caduta dei “miti fondativi d’indicalità e trasparenza che avevano sostenuto la patente di credibilità per i prodotti della macchina fotografica”, gli scatti di Piero Marsili non hanno il sapore della nostalgia.
Che si tratti di immagini di reportage (dalla Romania durante la caduta di Ceaușescu, passando per l’Afghanistan post 11 settembre, fino al Giglio dopo il naufragio della Concordia) o di ritratti di personalità del mondo del cinema, del teatro e dell’arte, all’occhio di Marsili Libelli va riconosciuto il merito di avere sempre saputo debordare il reale, abitandolo ed eccedendolo al tempo stesso.
La sua fotografia, non estranea ad una certa logica brechtiana dello straniamento (nemmeno nelle sue manifestazioni commerciali), possiede la rara qualità di rafforzare la propria credibilità a partire dal costante inserimento di elementi “incredibili”. I talebani con i Ray-Ban, la rivoluzione rumena raccontata attraverso l’immaginario di uno stilista d’oltre cortina, il ritratto di Joe Pesci seduto sul WC oppure quello di Lichtestein a fianco di una pompa per l’acqua (così somigliante ad una scultura di Oldenburg), sono tutti esempi di una pratica fotografica che ha saputo situarsi sul confine tra documentario e fiction, con-fondendo politica dell’istantanea e poetica della messa in scena.
Le immagini di Marsili sono ambigue: certo frontali, sfrontate, appropriatrici o di gusto surrealista, ma pur sempre inquiete. Questa inquietudine, che va colta sotto il velo di una costante autodifesa ironica, è quella che accompagna lo statuto della fotografia dalle sue origini fino al passaggio dall’argento al silicio.
Questa cifra, come Piero racconta, matura dalla necessità di rimanere sul mercato; se negli anni Settanta si trattava di vincere la concorrenza di migliaia di colleghi e delle grandi agenzie, più tardi si è trattato di non rassegnarsi all’obsolescenza a cui il fotografo professionista è condannato dalla pervasività dell’immagine digitale. Ma questa operazione è riuscita proprio in virtù della capacità di Marsili Libelli di intrecciare documento e visionarietà. Attenzione però, i suoi scatti non confermano l’ipotesi secondo cui saremmo fatti della stessa sostanza dei sogni, forse l’opposto. Ci mettono di fronte a visioni incarnate, ad un onirico documentario, a frutti dell’immaginazione che non tradiscono la necessità di cronaca. Non è poca cosa.
Silvia Federici, in un suo recente libro, riprende la nozione di disincantamento proposta da Max Weber il quale sosteneva che lo sviluppo tecnologico in seno al capitale avesse espulso dal mondo il magico, il misterioso, l’incalcolabile. Forse qualcosa di simile accade nell’attuale condizione postfotografica, dove, quotidianamente, milioni di immagini nutrono un’iconosfera ipertrofica in gran parte messa a profitto dal capitalismo delle piattaforme e setacciata dalla sorveglianza governativa dei big data. In questo scenario, sempre per rifarsi alla letteratura in merito, le immagini diventano frenetiche, abbondano, eccedono, infuriano ed infine esplodono. Le fotografie non sono più tracce indicali di una presenza fisica, non sono più finestre sul mondo o soglie sull’inconscio collettivo. Le immagini, ci viene detto, andranno presto a costituire la fibra principale di questo mondo. C’è un che di debordiano in questa affermazione, ma se la società dello spettacolo era basata sul passivo consumo di immagini che trasformava la vita in un prodotto del capitale, lo spettacolo odierno è prodotto molecolarmente da miliardi di individui sparsi per il pianeta. L’immagine non è fabbricata nelle centrali del capitale, come al tempo di Debord, è semplicemente registrazione dello status quo. Di più: l’immagine è lo status quo, è la forma del disincantamento.
Le foto di Piero Marsili Libelli offrono un’alternativa possibile a questo disincantamento per la loro sottesa inquietudine, per quella vibrazione, per quella capacità di incantare il mondo, di registrarlo senza fissarlo, di scostare l’illusione dell’oggettività, di interpretare, in definitiva, la fotografia come paradossale arma contro lo status quo, contro l’immutabilità delle convenzioni, dell’industria culturale, della guerra e dei rapporti di potere.

 

Orari

8 ottobre – 22 novembre
dal mercoledì alla domenica
11.00-13.00 / 14.00 – 18.00

Foto di Melania Pavan

 

Piero Marsili Libelli (Firenze, 1947)

Inizia la sua professione negli anni settanta a Milano, collaborando con il Corriere della Sera alla cronaca nera. In seguito si trasferisce a Roma, dove inaugura una collaborazione col settimanale L’espresso, occupandosi del teatro d’avanguardia. Nella capitale lavora con grandi registi come Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Giuliano Montaldo, Marco Ferreri e recentemente con Vittorio Storaro al film Caravaggio. Realizza una mostra fotografica sul cinema per il Lincoln Center di New York. Inizia poi a viaggiare, realizzando grandi reportage in diversi paesi, tra cui l’Africa, l’India, il Giappone, il Pakistan. Nel 1982 documenta a Belfast i funerali di Bobby Sands e la guerriglia urbana dell’IRA e successivamente si trova in Libano. Nel dicembre del 1989 fotografa la rivoluzione rumena a Bucarest e poco dopo il Kosovo. Da questi lavori sono nate importanti mostre e la serie di performance intitolata La Camera Chiara e inaugurata ad Amsterdam, prima sul tema della lotta dell’IRA, poi sulla guerra in Afghanistan, di cui aveva realizzato un reportage nel 2003. Le sue foto sono state pubblicate da diversi giornali di prestigio nel mondo, tra cui il New York Times, il Newsweek, L’espresso, il Paris Match ed esposizioni delle sue foto sono state realizzate a San Paolo del Brasile, Amsterdam, Madrid, New York, Milano, Yerevan. Ha presentato al Festival Internazionale di Yerevan, in Armenia, una mostra di fotografie inedite su Michelangelo Antonioni, con il contributo di Wim Wenders e Tonino Guerra.
Piero Marsili Libelli non può essere identificato in una precisa categoria di fotografi. Il suo campo d’azione riguarda tutti gli aspetti dell’umanità, catturati dal suo occhio in ogni circostanza, dal dramma al piacere e da diversi punti di vista.

 

Foto di Melania Pavan

[EVENTO ANNULLATO] Settanta9. La lotta per il teatro #02

Car* tutti*

date le circostanze, il convegno “Settanta9. La Lotta per il teatro #02” è definitivamente annullato ma il desiderio, condiviso da tutt* noi, è senz’altro quello di rilanciare. Dopo l’alluvione dello scorso novembre, e ora la pandemia, il progetto deve cambiare forma e confini della sua proposta. Per questo abbiamo deciso di trasferire l’idea in altri formati come libri, incontri e laboratori che avranno corso non appena sarà possibile rinnovare la nostra vita pubblica. Vi terremo naturalmente tutt* informat* sui programmi futuri nella speranza che si potranno, quando possibile, incrociare o sovrapporre coi vostri, ma intanto ci preme ringraziarvi tutt* profondamente per la vostra generosità, pazienza e complicità.

i curator*

Marco Baravalle, Maria Grazia Berlangieri, Stefano Brilli, Ilenia Caleo, Giada Cipollone, Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi, Stefano Tomassini

[EVENTO ANNULLATO] PINOCCHIO DAPPERTUTTO – Seminario con Luisa Viglietti (17>20 marzo 2020)

PINOCCHIO DAPPERTUTTO
Le riscritture collodiane di Carmelo Bene (1962/1998)

seminario con Luisa Viglietti

17 marzo h. 17.00
incontro con Luisa Viglietti
segue proiezione del film per la televisione
Carmelo Bene, Pinocchio ovvero Lo spettacolo della provvidenza, Rai 1999
Biblioteca dei Tolentini | IUAV

18 > 20 marzo 2020 | h.10-13 Aula Teatro, Terese
seminario con Luisa Viglietti
coordina Piersandra Di Matteo

L’universo poetico, immaginifico e linguistico di Pinocchio rappresenta una delle grandi ossessioni di Carmelo Bene. Specchio deformante in cui esercitare la propria dismissione dell’io, le avventure del burattino di legno sono, nell’arco temporale che va dal 1961 al 1998, materia di diverse riscritture in cui “disvelare Collodi a dispetto di Collodi”. Dopo la prova d’esordio al Teatro Laboratorio di Roma nel 1962, Carmelo Bene torna sul testo collodiano nuovamente con una compagnia di attori nel 1966 al Teatro Verdi di Pisa. Nel corso degli anni Sessanta scrive due diverse versioni filmiche – nessuna andata a buon fine. Nel 1974 Pinocchio diventa un’opera radiofonica corale per RadioRai, con la partecipazione straordinaria di Bianca D’Origlia nel ruolo della Volpe. Nel 1981, nel solco della “stagione concertistica”, Pinocchio (storia di un burattino) è “levato di scena” dalla sola voce di Bene, che interpreta tutti i personaggi (eccetto la voce della Bambina Provvidenza di Lydia Mancinelli). Nel 1998 lo spettacolo Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, prodotto dal Comune di Roma, chiude il cerchio aperto quasi quarant’anni prima, suggellato dal film per la televisione del 1999 (RaiDue).
Nel workshop Pinocchio dappertutto, Luisa Viglietti – costumista, organizzatrice e attenta conoscitrice dell’intera vicenda artistica di Carmelo Bene – ripercorrerà gli scarti e le ricorrenze tra le versioni di Pinocchio, analizzerà gli snodi concettuali e gli orizzonti operativi che determinano le variazioni, guarderà anche alle ideazioni non divenute opere. Particolare attenzione sarà rivolta alla concezione e alla realizzazione dei costumi, maschere sculture, in particolare della versione finale.

Il seminario si tiene nell’ambito del progetto ERC “INCOMMON. In praise of community: shared creativity in arts and politics in Italy (1959-1979)”, diretto dalla Prof.ssa Annalisa Sacchi
LUISA VIGLIETTI
Costumista per il Teatro, Cinema e Televisione. Dal 1987 al 1994 responsabile per le elaborazioni artistiche e assistente per la Sartoria GP11, con la quale collabora agli allestimenti di Luca Ronconi, Roberto De Simone, Giancarlo Cobelli, Marco Ferreri, Tinto Brass. Dal 1994 inizia la collaborazione esclusiva con Carmelo Bene, in qualità di costumista e assistente all’Organizzazione e Produzione di Hamlet Suite, Macbeth Horror Suite, Adelchi, Voce dei Canti di Giacomo Leopardi, Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, Lectura Dantis, Canti Orfici, Gabriele D’Annunzio Concerto d’autore (Poesia da La figlia di Iorio), Invulnerabilità d’Achille. Centrale la sua presenza nella realizzazione delle produzioni editoriali di Bene per Bompiani e televisive per RaiDue.
Dal 2002 al 2005 è Segretario Generale della Fondazione “L’Immemoriale di Carmelo Bene”, e promuove numerose attività all’estero e in Italia. In dialogo con il Comune di Roma e il Ministero dei Beni Archivistici, crea il Fondo relativo alle opere originali di Carmelo Bene. Ha inoltre ideato e realizzato per la Casa dei Teatri di Roma seminari e corsi per studenti e professionisti in ambito teatrale.

 

@photo Alessandro D’Urso

 

[RIMANDATO AL 6-7-8 MAGGIO] Settanta9. La lotta per il teatro #02

 

LA LOTTA PER IL TEATRO ¬02 SETTANTA9 prende le mosse da uno scomodo anniversario extra-teatrale: il processo del 7 aprile 1979 in cui venne sferrato un colpo durissimo all’Autonomia Operaia, sigillo posto sulla sconfitta del movimento del Settantasette. Con l’occhio del teatro, delle arti performative e visive – in piedi su quel punto nel tempo – vogliamo guardare alle spalle di quell’avvenimento, indietro verso i Settanta e avanti, verso gli Ottanta, momento complesso e irriducibile a una lettura univoca, comunemente percepita come un transito verso un imperante ritorno all’ordine nelle estetiche e nella politica.
Un transito che intendiamo invece sfatare. Si tratta di affrontare la narrazione che vede gli anni Settanta come un periodo di esaurimento di quell’istanza di radicale democratizzazione che aveva interessato anche la dimensione estetica; di guardare a fondo, se già nel 1971 un critico militante – interpellato alla Biennale di Venezia – denunciava la fine del Nuovo Teatro; se i cosiddetti Radicals trovarono rifugio nell’utopia mentre lo scontro si inaspriva, chiudendo un occhio sulla crescente cooptazione del lavoro creativo nella macchina capitalista; se l’Ideologia del traditore annunciava la stagione del ritorno alla pittura, vendetta nei confronti della dematerializzazione dell’oggetto artistico.
È come se il teatro, l’architettura e l’arte avessero anticipato la sconfitta del movimento in un mix di realismo, amarezza e sollievo. Il vaticinio della fine?
Eppure, prima, c’era stato molto di più che non può essere appiattito sulle posizioni delle avanguardie armate. Se la politica arretrò in favore dell’etica, quel di più fu il modo attraverso cui le estetiche teatrali reagirono alla fine dei blocchi contrapposti, delle grandi narrazioni, fu la condizione necessaria per fare i conti con la rete dei biopoteri che, sempre più capillarmente, lavoravano al livello della vita e dei corpi, direttamente dentro il sociale, frammentandolo.
LA LOTTA PER IL TEATRO ¬02 SETTANTA9 apre a una riflessione sui decenni passati per intervenire nella contemporaneità, momento in cui il neoliberismo si presenta a tinte fosche: nazionalismo, sovranismo, sessismo, razzismo. Quali effetti ha questa ondata reazionaria sulle industrie culturali? Ma soprattutto, in uno scenario sociale segnato da nuove polarizzazioni, cosa possono il teatro e le arti?

 

Università IUAV di Venezia Ex Cotonificio Veneziano Santa Marta >>>> 13/15 novembre 2019
Convegno internazionale
SETTANTA9. LA LOTTA PER IL TEATRO #02
incontri | conversazioni | proiezioni | materiali d’archivio | musica

A cura di: Marco Baravalle, Maria Grazia Berlangieri, Stefano Brilli, Ilenia Caleo Leni Kall, Giada Cipollone, Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi e Stefano Tomassini

Partecipano: Toni Negri, Gianni Manzella, Alessandra Vanzi, Gregory Sholette, Franco Berardi Bifo, Jennifer Malvezzi, Valentina Valentini, Giorgio Barberio Corsetti, Michele Di Stefano, Marco Assennato, Marco Solari, Lorenzo Mango, Francesca Corona, Mario Lupano, Maurizio Lazzarato, Marco Scotini, Silvia Fanti, Viviana Gravano, Marion D’ Amburgo, Nicolas Martino, Ippolita Avalli, Caterina Serra, Jonida Prifti, Stefano di Trapani.

In collaborazione con Laboratorio Occupato Morion (Venezia), Sale Docks

Si ringraziano Piero Marsili Libelli e Monica Nannini

Per Carlo Quartucci (1938-2019) ¬ In memoriam

Aveva la febbre della parola, Carlo Quartucci. Una parola-archivio, parola-atlante, forse già parola-camion o parola-zattera, proprio per ricordare due dei suoi progetti teatrali più diffusi e nomadi. Negli incontri e nelle interviste, Quartucci parlava una parola fuori dal tempo cronologico: parola precipitata, invece, in una narrazione delle vicende del teatro, di cui era stato protagonista, sempre in divenire, sempre nel suo farsi nuovamente presente al tempo dell’ascolto. Nessun passato del teatro come storia consolidata: il teatro poteva darsi per lui soltanto nelle forme del presente. Era il sogno di una scena aperta, senza confini né monumenti. Il sogno di un teatro immortale.
Lo abbiamo personalmente conosciuto e ospitato, noi del progetto Incommon, a Venezia, in occasione di un convegno nel 2018. Arrivò con Carla Tatò, il cane Moby Dick e due valigie pesanti e strapiene di materiali: libri, cataloghi, fotografie e chissà forse quant’altro. Fu divertente e impegnativo organizzare trasbordi e passaggi attraverso questa fragile città. Quelle valigie non erano una ostentazione, ma la rivendicazione della vita dei materiali. Come in teatro, ciò che l’occhio può registrare sùbito, la superficie, spesso è più eloquente di ogni contenuto. Perché i contenuti, come le storie, sono sempre provvisorî. Le superfici, invece, alimentano sogni. Che sono atti di fedeltà a occhi chiusi. In quel lungo incontro pubblico che gli dedicammo, ci ha insegnato almeno due cose sorprendenti: ricordando il suo sodalizio con Leo De Berardinis disse che «per recitare insieme occorre essere amici»; e aggiunse, con la memoria al Tamerlano di Marlowe, che è proprio questa amicizia la più vera ricchezza di ogni «impero fanciullo». È dunque l’amicizia condizione permanente del gioco scenico in quella «geografia stravolta» che è sempre il teatro, come lui lo chiamava: la cartografia di un viaggio percorso in continuazione. Perché, come per la vita e per la parola, Carlo Quartucci era un incurabile.

 

Gruppo Incommon – Marco Baravalle, Maria Grazia Berlangieri, Stefano Brilli, Ilenia Caleo, Giada Cipollone, Piersandra Di Matteo, Annalisa Sacchi e Stefano Tomassini

A Lugano l’Orlando leonardesco di Sanguineti e Ronconi attraverso le foto di Riccardo Orsini

Sabato 23 novembre Stefano Tomassini interverrà al  convegno internazionale Leonardo da Vinci tra arti e lettere nel Novecento presso l’Università della Svizzera italiana di Medrisio/Lugano con un paper dal titolo Mossi dalle macchine: l’Orlando leonardesco di Sanguineti e Ronconi. 

L’intervento sarà corredato dalle preziose fotografie di Riccardo Orsini dell’Orlando, grazie alle quali è possibile cogliere la centralità delle macchine teatrali leonardesche nell’impianto dello spettacolo.

Foto dell’Orlando furioso di Ronconi e Sanguineti per gentile concessione di Riccardo Orsini

 

Di seguito l’abstract dell’intervento:

Uno degli eventi fondativi del Nuovo Teatro italiano è stato l’Orlando furioso di Lodovico Ariosto, nella riduzione di Edoardo Sanguineti e la regia di Luca Ronconi (Spoleto, giugno 1969). La scena (senza palcoscenico, invasa contemporaneamente da attori e spettatori) e le macchine teatrali (piattaforme mobili, cavalli di lamiera, un’orca di vimini, un ippogrifo volante) furono create dallo scenografo Uberto Bertacca. L’Orlando è stato il prototipo di un modo radicalmente nuovo di pensare la scena, ma fu soprattutto un lavoro antesignano di tecnoperformance: non solo perché le macchine in movimento erano protagoniste al pari del lavoro degli attori, attive mediatrici del rapporto con il pubblico; ma soprattutto perché la tecnologia impiegata aveva una funzione analitica e drammaturgica. Una performance artefact-oriented già capace, dunque, di riflettere sul senso dei suoi strumenti. Infatti Franco Quadri scrisse dell’«ippogrifo leonardesco dalle larghe ali che un congegno fa librare in alto, sopra agli spettatori»: la possibilità di immaginare nuovi mondi, da raggiungere con nuove macchine e nello stesso anno dell’allunaggio, era qui riconosciuta proprio come formula leonardesca.

Comunicato INCOMMON sul World Congress of Families

Alla vigilia del XIII World Congress of Families che si svolgerà a Verona dal 29 al 31 marzo, come gruppo di ricerca InCommon European Research Council (ERC Starting Grant 2015), basato presso l’Università IUAV di Venezia, sentiamo l’urgenza di prendere posizione. Siamo un gruppo di studios*, ricercatrici e ricercatori impegnat* nella ricerca sulle performing arts, sulle pratiche artistiche e sugli studi critici e ci riconosciamo in una comunità professionale che segue precise regole scientifiche ed etiche riguardo l’accesso e la produzione di conoscenze plurali.

Insieme ad altr* studios* e istituzioni accademiche che in questi giorni stanno prendendo parola, anche noi dichiariamo una netta presa di distanza dal Congresso Mondiale delle Famiglie, in quanto esprime e coordina un attacco violento ai diritti e alle libertà delle donne e delle soggettività queer, gay, lesbiche, trans, intersex, attraverso la diffusione di un’ideologia creazionista, antiabortista, misogina, omofoba e razzista. Il concetto di famiglia naturale – intesa come coppia eterosessuale e basata su una netta divisione dei ruoli tra uomo e donna – è privo di qualunque fondamento scientifico, e promuove politiche e retoriche apertamente discriminatorie. Esprimiamo una forte preoccupazione di fronte al sostegno e alla partecipazione delle istituzioni pubbliche italiane a una simile iniziativa.

Aderiamo e sosteniamo le iniziative promosse dalle reti di NonUnaDiMeno per denunciare e contrastare lo svolgimento del Congresso. Sentiamo la necessità di esprimerci proprio in quanto ricercatrici e ricercatori che attraversano e lavorano nell’Università per riaffermare una volta di più che questo è un luogo di produzione e diffusione di saperi liberi, critici, laici e posizionati, deputati a contrastare ogni forma di discriminazione ed esclusione.

Riprendiamo, sosteniamo e ci associamo al comunicato del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona, che ha raccolto l’adesione di centinaia di ricercat* e studios*.

http://www.dsu.univr.it/documenti/Iniziativa/dall/dall600885.pdf

 

Marco Baravalle Maria Grazia Berlangieri Stefano Brilli Ilenia Caleo Piersandra Di Matteo Annalisa Sacchi Stefano Tomassini

 

Stefano Tomassini presents New York Furioso at the University of Turin

On Wednesday November 28th, Stefano Tomassini will present his new book New York Furioso: Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park (1970) at the University of Turin.

The presentation will take place within the course of Theory and practice of commentary on literary texts held by Professor Sabrina Stroppa, in Aula 8 of Palazzo Nuovo (University of Turin) at 12 pm.

The book reports the research carried out by Tomassini within the INCOMMON project, and documents the last part of the international tournée of the one of the milestones of the Italian New Theatre Avantgarde: Orlando Furioso by Luca Ronconi and Edoardo Sanguineti.

 

Stefano Tomassini presenta New York Furioso all’Università degli Studi di Torino

Mercoledì 28 novembre Stefano Tomassini presenterà il suo libro New York Furioso: Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park (1970) all’Università degli Studi di Torino.

La presentazione si terrà all’interno del corso di Teoria e pratica del commento ai testi letterari della Prof.ssa Sabrina Stroppa, in Aula 8 della sede di Palazzo Nuovo dell’Università di Torino alle ore 12.00.

Il libro raccoglie la ricerca svolta da Tomassini all’interno del progetto INCOMMON e documenta la parte conclusiva della tournée  internazionale dell’Orlando Furioso di Luca Ronconi e Edoardo Sanguineti.

Dalle note di copertina:

” […] New York, che lo ospitò a partire dal 4 novembre del 1970, avrebbe dovuto essere il punto di partenza per una lunga tournée nelle principali città americane. Invece, fu il punto del suo ultimo compimento. Una pregiudiziale ricezione compromise la sopravvivenza di un’operazione teatrale di grande impegno produttivo. Dopo molte polemiche, la sede per l’Orlando fu individuata in Bryant Park, nel cuore di Manhattan. Una imponente tensostruttura (Bubble Theater) fu costruita appositamente e il debutto poté avere luogo. Lo spettacolo che meglio aveva incarnato il clima politico-culturale successivo al Sessantotto, applaudito a Parigi con il motto del Maggio francese, a New York mancò il suo pubblico. Grazie alla scoperta di tutta la documentazione, in gran parte inedita, è stato possibile ricostruire l’intera vicenda. Sono state ascoltate e raccolte le voci dei protagonisti di allora, per restituire la forza intatta di un’utopia possibile: quella di un teatro popolare ritrovato perché capace di mantenere in comune l’intero immaginario della sua festa.”

 

Annalisa Sacchi and “The Unforgivables” at the first EASTAP conference in Paris

On Friday October 26th, INCOMMON principal investigator Annalisa Sacchi will present part of our research project at the first conference of the European Association for the Study of Theatre and Performance (EASTAP).

The conference, titled Decentering the vision(s) of Europe: The Emergence of New Forms will take place in Paris on 25-26-27 October at the Théâtre de la Cité .

Her paper, titled The Unforgivables Italian performance artists of the 70s and the ‘minority’ theatre, will explore the connections between militants of workerism and performance artists of the 1970s  in the attempt to articulate a radical ‘minority theatre,’ capable to deconstruct the institutional narratives around subaltern subjects (Lumpenproletariat, patients of mental asylums, migrants, sex workers, etc.).

More info at:

https://www.eastap.com/2018/06/09/eastap-first-conference-in-paris-october-25-27-2018-2-3-2-2 

 

Annalisa Sacchi e “Gli Imperdonabili” alla prima conferenza dell’EASTAP a Parigi

Venerdì 26 ottobre, Annalisa Sacchi, principal investigator del progetto INCOMMON, presenterà parte della ricerca alla prima conferenza della European Association for the Study of Theatre and Performance (EASTAP).

La conferenza,  dal titolo Decentering the vision(s) of Europe: The Emergence of New Forms  si terrà a Parigi il 25, 26 e 27 ottobre al Théâtre de la Cité .

Il suo intervento, intitolato The Unforgivables Italian performance artists of the 70s and the ‘minority’ theatre, analizzerà il tentativo compiuto negli anni settanta di realizzare un ‘teatro della minoranza’ capace di decostruire le narrative istituzionali attorno ai soggetti subalterni (Lumpenproletariat, pazienti di ospedali psichiatrici, migranti, sex worker etc.) a cavallo fra le le pratiche di ricerca del movimento operaista e quelle della scena delle arti performative.

Per maggiori informazioni:

https://www.eastap.com/2018/06/09/eastap-first-conference-in-paris-october-25-27-2018-2-3-2-2 

New York Furioso all’University of Pennsylvania e ad Harvard

Stefano Tomassini presenterà prossimamente il suo lavoro sull’Orlando Furioso di Luca Ronconi a New York all’University of Pennsylvania alla Harvard University.

Giovedì 20 settembre, il Center for Italian Studies dell’University of Pennsylvania ospiterà il suo talk New York Furioso: Luca Ronconi at Bryant Park. Dopo l’intervento verranno mostrati e discussi alcuni spezzoni della produzione per la televisione dell’Orlando Furioso del 1975.

https://www.sas.upenn.edu/italians/event/2018/09/talk-and-screening-stefano-tomassini-ronconis-staging-orlando-furioso-williams-hall-51

Lunedì 24 Settembre, invece, è la volta del Department of Romance Languages & Literatures ad Harvard, con un intervento dal titolo New York Furioso. Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park.

http://mahindrahumanities.fas.harvard.ed

New York Furioso at the University of Pennsylvania and Harvard University

Stefano Tomassini will present his work on Luca Ronconi’s Orlando Furioso in New York  at the University of Pennsylvania and at Harvard University.

Thurdays, September 20, the Center for Italian Studies at the University of Pennsylvania will host his talk New York Furioso: Luca Ronconi at Bryant Park. After the talk, segments from Ronconi’s TV production of the Orlando Furioso (1975) will be shown and discussed.

https://www.sas.upenn.edu/italians/event/2018/09/talk-and-screening-stefano-tomassini-ronconis-staging-orlando-furioso-williams-hall-51

 

Monday, September 24, he will give a talk at the Department of Romance Languages & Literatures at Harvard titled New York Furioso. Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park.

http://mahindrahumanities.fas.harvard.edu/content/new-york-furioso-luca-ronconi-e-%C2%ABquelli-dellorlando%C2%BB-bryant-park

 

Stefano Tomassini alla ISCH (International Society for Cultural History) conference 2018

Stefano Tomassini sarà alla ISCH (International Society for Cultural History) conference 2018 “Perfomance, Politics and Play”, che si terrà a New York City dal 13 al 16 settembre 2018.

Il paper, intitolato A Bubble Theater in Bryant Park: An Episode of Mayor Lindsay’s Cultural Policy in 1970, presenterà parte della sua ricerca sulla “avventura newyorkese” dell’Orlando Furioso di Luca Ronconi ed Edoardo Sanguineti – uno dei casi di studio cardine del progetto INCOMMON.

La ricerca su l’Orlando sarà presentata approfonditamente nel suo libro in uscita sull’argomento New York furioso. Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park (1970), edito da Marsilio Editori.

Maggiori informazioni al:

https://isch2018.wixsite.com/mysite

Stefano Tomassini at the ISCH (International Society for Cultural History) conference 2018

Stefano Tomassini will be at the ISCH (International Society for Cultural History) conference 2018 “Performance, Politics and Play”, which will be held in New York City on September 13-16, 2018.

In his paper titled A Bubble Theater in Bryant Park: An Episode of Mayor Lindsay’s Cultural Policy in 1970, he will present part of his research on the “New York adventure” of the Orlando Furioso by Luca Ronconi and Edoardo Sanguineti – one of the case studies of the INCOMMON project.

This research will be extensively explored in his upcoming book on the same topic New York furioso. Luca Ronconi e «quelli dell’Orlando» a Bryant Park (1970), published by Marsilio Editori.

More info at:

https://isch2018.wixsite.com/mysite

INCOMMON at the ESA 10th Midterm Conference 2018 in Malta

Thursday, September 6th INCOMMON will be te the 1oth ESA (European Sociological Association) Midterm Conference of the Sociology of arts and Sociology of culture research networks. The conference will be hosted by the Department of Sociology of the University of Malta, La Valletta.

Stefano Brilli will present a paper titled INCOMMON: commonality and creative networks in the Italian theatre scene of the 1960s-1970s, in which he explores the relationship between social network analysis, the analysis of theatre scenes and the practices of commonality.

More info at:
https://www.um.edu.mt/events/10midconf2018

INCOMMON alla ESA 10th Midterm Conference 2018 a Malta

Giovedì 6 settembre INCOMMON sarà alla decima Midterm Conference dei network di ricerca di Sociology of arts e Sociology of culture dell’ESA (European Sociological Association), presso il dipartimento di sociologia dell’University of Malta a La Valletta.

Stefano Brilli presenterà un paper da titolo INCOMMON: commonality and creative networks in the Italian theatre scene of the 1960s-1970s, dedicato al rapporto fra social network analysis, analisi delle scene teatrali e rilevazione delle pratiche di produzione del comune.

Maggiori informazioni su:
https://www.um.edu.mt/events/10midconf2018

 

 

INCOMMON meets Santarcangelo Festival

The INCOMMON: La lotta per il teatro research group  will get together in Santarcangelo during the Santarcangelo Festival to hold a workshop on theatrical practice, experience and thinking, with the aim of finding new directions for the route they started out on in Venice: an open moment in the afternoon for people to get together and share feedback, and to imagine Lotta per teatro#2 (Fighting for Theatre #2).

With Annalisa Sacchi, Ilenia Caleo, Silvia Bottiroli, Marco Baravalle, Enrico Pitozzi, Stefano Tomassini and Stefano Brilli.

Sunday, July 14th, 2018 at 5.30 pm in the Zaghini Restaurant in Santarcangelo.

Come and join us in the discussion!

INCOMMON incontra Santarcangelo Festival

Il gruppo di ricerca di INCOMMON: La lotta per il teatro si raduna a Santarcangelo Festival per una sessione di lavoro, cercando nuove direzioni da dare al percorso iniziato a Venezia in occasione della conferenza Ottobre: La lotta per il teatro#01, dove si è discusso di pratiche, esperienze e pensiero del teatro. Un momento aperto di confronto e feedback per iniziare a immaginare una Lotta per teatro#2.

Saranno presenti Annalisa Sacchi, Ilenia Caleo, Silvia Bottiroli, Marco Baravalle, Enrico Pitozzi, Stefano Tomassini e Stefano Brilli.

Ci vediamo sabato 14 luglio alle 17.30 presso il ristorante Zaghini di Santarcangelo.

 

INCOMMON at the Performance Studies International Conference 2018 (5th July 2018)

Thursday, July 5 Stefano Tomassini and Stefano Brilli will present the ongoing work of INCOMMON at the international conference of the Performance Studies International Association (PSI) in Daegu, South Korea.

Stefano Tomassini will present part of his research on the Orlando Furioso by LucaRonconi and  Edoardo Sanguineti in a paper entitled THE FURIOUS NETWORK: Performing the Common from Spoleto to New York (1969 – 1970), while Stefano Brilli will talk about the theoretical and methodological challenges in researching relations and  communal practices within the Italian performing arts  scene of the Sixties and Seventies in Italy, presenting a paper titled Connectivity or commonality? Exploring the networks of shared creativity in the Italian performing arts scene of the 1960s – 1970s.

http://www.psi2018-daegu.com

INCOMMON alla Performance Studies International Conference 2018 (5 Luglio 2018)

Giovedì 5 luglio Stefano Tomassini e Stefano Brilli presenteranno il lavoro in corso di INCOMMON alla conferenza internazionale dell’associazione Performance Studies International (PSI) a Daegu in Corea del Sud.

Stefano Tomassini presenterà una parte della sua ricerca sull’Orlando Furioso di Ronconi e Sanguineti in un paper dal titolo THE FURIOSO NETWORK:Performing the Common from Spoleto to New York (1969 – 1970), mentre Stefano Brilli parlerà delle sfide teoriche e metodologiche nella ricerca delle relazioni e delle pratiche comunitarie nella scena delle arti performative degli anni Sessanta e Settanta in Italia, presentando un paper dal titolo Connectivity or commonality? Exploring the networks of shared creativity in the Italian performing arts scene of the 1960s – 1970s.

http://www.psi2018-daegu.com

INCOMMON alla conferenza internazionale Voix transfigurées: troubles, ruptures et travestissements (17 maggio 2018)

Giovedì 17 maggio Enrico Pitozzi sarà all’Université de Caen Normandie in Francia al convegno internazionale Voix transfigurées: troubles, ruptures et travestissements (Transfigured Voices: Vocal disorders, disruptions and impersonations).

Il convegno è incentrato sulle trasfigurazioni e permutazioni della voce nella letteratura e nelle arti.

La presentazione di Enrico, dal titolo Théâtres de voix: la phoné sur la scène de Carmelo Bene, Leo De Berardinis et Perla Peragallo, affronterà l’uso della voce nel teatro di Carmelo Bene, Leo De Berardinis e Perla Peragallo.

Il sito della conferenza: http://www.unicaen.fr/recherche/mrsh/voices2018

INCOMMON at the international conference Transfigured Voices: Vocal disorders, disruptions and impersonations (17th May 2018)

On Thursday 17th May Enrico Pitozzi is at the University of Caen Normandie (France) at the international conference Voix transfigurées: troubles, ruptures et travestissements (Transfigured Voices: Vocal disorders, disruptions and impersonations).

The conference “aims to examine the configurations and representations of the modified, alienated or affected sung voice in literature and the arts.”

Enrico is going to talk about the use of the voice in the theatre of Carmelo Bene, Leo De Berardinis and Perla Peragallo, with a paper named Théâtres de voix: la phoné sur la scène de Carmelo Bene, Leo De Berardinis et Perla Peragallo.

Site of the conference: http://www.unicaen.fr/recherche/mrsh/voices2018

Spoleto 1969: l’Orlando furioso raccontato dalla RAI.